Anche su Prime Video arrivano le pubblicità

Dic 27, 2023 | Blog, Digital Marketing News

Scritto da:

Redazione

È un trend ormai assodato: le pubblicità arrivano anche sulle piattaforme di streaming. Dopo Netflix, Spotify e Disney+, anche su Prime Video sbarcheranno le inserzioni.

Pubblicità in arrivo

Sarà introdotto gradualmente ma partiranno dagli Stati Uniti i cambiamenti. A partire dal 29 gennaio, gli utenti statunitensi di Amazon Prime Video dovranno pagare 2,99 dollari al mese in più se non vorranno vedere le pubblicità.

Stando ad Amazon, questa decisione consentirà alla piattaforma di “continuare ad investire in contenuti accattivanti e di incrementare tale investimento per un periodo di tempo più lungo”.

In più, Amazon promette che la pubblicità sarà “significativamente inferiore” rispetto alla televisione tradizionale e ad altri competitor di streaming. In media, la pubblicità sulle piattaforme di streaming è di circa 4 minuti ogni ora di contenuto, è plausibile pensare quindi che Prime Video si manterrà su questa scia.

Gli spot verranno introdotti gradualmente anche in altri Paesi. Regno Unito, Canada e Germania saranno assieme agli Stati Uniti tra i primi a vedere le pubblicità, mentre Francia, Spagna, Messico, Australia ed Italia saranno i prossimi nel corso dell’anno, anche se non ci sono ancora né una data ufficiale né informazioni riguardanti il costo extra.

I precedenti

Negli ultimi mesi, diversi competitor di Prime hanno preso questa direzione.

Netflix ha introdotto già da tempo l’abbonamento Base con pubblicità che ha un costo inferiore rispetto agli altri abbonamenti disponibili, così come Disney+ che ha lanciato un piano di abbonamento simile. Ad oggi, solo AppleTv+ è l’unica grande piattaforma che non prevede alcun tipo di inserzioni e punta solo ad un abbonamento di streaming senza spot.

“La maggior parte dei dirigenti del settore dei media concorda sul fatto che lo streaming video rappresenti il futuro del business e le aziende, da NBCUniversal ad Apple, si sono date da fare per rendere disponibili commedie, drammi e sport a chi non guarda più la TV tradizionale. Eppure, farlo è costoso, richiede milioni di dollari in contenuti e costi infrastrutturali, il tutto mentre nuovi operatori scendono in campo. Wall Street ha inizialmente incoraggiato società come Paramount Global e Fox Corp. a inseguire Netflix, Amazon Prime Video e Hulu di Disney. Ora gli investitori chiedono di sapere quando tutta l’attività sarà redditizia.

“Questa pressione ha spinto anche gli streamer più resistenti ad abbracciare la pubblicità. Per anni i dirigenti di Netflix hanno insistito sul fatto che il servizio non avrebbe mai fatto affidamento sugli spot pubblicitari”, si legge su Variety.

Tim Hanlon, CEO della società di consulenze media Vertere Group, è convinto che presto la durata delle pubblicità sulle piattaforme streaming si allungherà e diventeranno sempre più frequenti e più lunghe.

E conclude: “Non sono certo che la pubblicità risolva tutti i problemi. Potrebbe peggiorarne alcuni”.

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