Puma e Adidas: due brand sinonimi di sport, passione e competizione. Competizione che fa sì riferimento alla natura dello sport, ma anche a quella che segnò le vite e le carriere di Rudolf e Adolf Dassler, fratelli e fondatori dei brand.
La storia della nascita di Puma e Adidas è ancora parzialmente avvolta nel mistero. Oggi cercheremo di ripercorrere la loro storia con le informazioni che abbiamo a disposizione.
La Gebrüder Dassler Schuhfabrik
I due fratelli nacquero nella città di Herzogenaurach, Rudolf (detto Rudi) nel 1898, mentre Adolf (detto Adi) nel 1900. Si dice che i rapporti tra i due fratelli non siano mai stati ottimi, tuttavia a seguito della Prima Guerra Mondiale i due fondarono un calzaturificio specializzato nella produzione di scarpe sportive, la Gebrüder Dassler Schuhfabrik (cioè Calzaturificio dei fratelli Dassler).
Questa esperienza fu fondamentale per i due. Furono i primi al mondo a produrre scarpe da calcio con i tacchetti e le prime scarpe da atletica chiodate. Pare in particolare che Adi fosse la mente più innovatrice tra i due, sperimentando nel retrobottega con materiali diversi come pelle di canguro e di squalo, per creare scarpe più leggere ma resistenti possibili.
Grazie a questa passione quasi maniacale, le calzature prodotte dai fratelli Dassler iniziarono ad avere successo, tanto da diventare una delle maggiori imprese in Germania. Ma sullo sfondo la presenza del Terzo Reich si fece sempre più preponderante.
Le Olimpiadi del 1936 e la rottura tra Rudolf e Adolf Dassler
Nel 1936 si tennero le Olimpiadi di Berlino e gli atleti tedeschi parteciparono ai giochi indossando le scarpe Dassler. Ma non furono i soli: anche Jesse Owens, atleta afroamericano, vinse 4 ori olimpionici calzando le scarpe dei fratelli Dassler. L’accordo tra i fratelli e Owens fu un vero colpo di genio, aiutando il brand Dassler ad essere conosciuto e ad avere successo in tutto il mondo.
Ma del fatto che un afroamericano non “ariano” avesse usato delle scarpe tedesche Hitler non se ne dimenticò mai tant’è che, una volta scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, la fabbrica di Rudolf e Adolf fu forzatamente convertita in una fabbrica produttrice di bazooka.
Intanto, il rapporto tra i fratelli Dassler si incrinò sempre di più, fino a quando decisero di separarsi per sempre e diventare nemici nella vita e negli affari. Il vero motivo della rottura non si è mai capito. C’è chi dice che la moglie di Adolf aveva avuto una breve relazione con Rudolf, altri ritengono che Adolf fece la spia e accusò il fratello di aver appoggiato il regime nazista.
La nascita di Puma e Adidas
Fatto sta che la rottura definitiva arrivò nel 1947 e con essa arrivò anche la fine della Gebrüder Dassler Schuhfabrik. Ma la competizione tra i fratelli non si spense lì.
Nel 1948 Adi fondò Adidas (il cui nome deriva dall’unione del suo soprannome Adi e le prime lettere del cognome Dassler). Dal canto suo, Rudolf non attese molto e l’anno successivo fondò Puma. E a dividersi non furono solo i fratelli, ma anche i loro dipendenti. La città di Herzogenaurach, infatti, si spaccò in due: metà degli ex dipendenti della Dassler decisero di seguire Rudolf, gli altri andarono a lavorare per Adolf.
Inizialmente ad avere la meglio fu Adidas ma in breve tempo Puma iniziò a dargli del filo da torcere e la competizione si fece a mano a mano sempre più sfrenata, con tecnologie sempre più innovative e design sempre più accattivanti dall’una e dall’altra parte.
Rivalità costante
Da allora, la rivalità tra i due brand è una costante, rimanendo anche dopo la loro morte negli anni ’70 e con i loro figli che portano avanti la tradizione di famiglia. In particolar modo il primogenito di Adolf, Horst, fondò nel 1973 Arena, brand di abbigliamento per il nuoto sportivo.
Un ramo d’ulivo è arrivato il 21 settembre 2009 quando, in occasione della Giornata Mondiale della Pace, i dipendenti delle due aziende hanno giocato una partita di calcio proprio ad Herzogenaurach e si strinsero la mano a vicenda come simbolo di riappacificazione.
Una pace ancora in atto, certo, ma non sul campo del marketing e delle vendite. Lì, ancora oggi, la competizione è viva e vegeta.