Un problema che capita troppo spesso e su cui Instagram sta lavorando. Parliamo di foto esplicite ricevute senza mai averle richieste, il cosiddetto fenomeno del cyberflashing.
La nuova tecnologia
Meta, la compagnia che controlla il social, sta lavorando per eliminare questo fenomeno. Il progetto è di sviluppare una tecnologia in grado di bloccare in automatico l’invio di immagini spinte. Fino ad ora, l’unico modo per porre fine a questo fenomeno era di bloccare il mittente, ma l’introduzione di una tecnologia di questo tipo potrebbe bloccarlo a monte.
A svelarlo è il ricercatore Alessandro Paluzzi che ha scoperto la nuova funzione dopo aver spulciato nel codice di Instagram.
Come si vede dal tweet, la tecnologia coprirebbe le foto che contengono elementi espliciti nella chat e dando la scelta agli utenti di visualizzarle o meno.
Liz Fernandez, portavoce di Meta, ha confermato a The Verge che Meta non sarà in grado di visualizzare il messaggio, né condividerlo con terze parti. “Stiamo lavorando a stretto contatto con esperti perché le nuove funzionalità garantiscano la privacy delle persone, e allo stesso tempo che diano loro il controllo sui messaggi ricevuti”.
La nuova funzionalità andrebbe ad aggiungersi a quella delle parole nascoste (hidden words) uscita l’anno scorso. Con questo strumento è possibile bloccare una serie di parole chiave, se queste compaiono nei messaggi diretti lo strumento filtra automaticamente i messaggi, spostandoli in una cartella nascosta.
Il cyberflashing
Il fenomeno del cyberflashing consiste nell’inviare messaggi di natura sessuale a persone sconosciute senza il loro consenso. Nella maggior parte dei casi, a ricevere questi contenuti sono donne.
Secondo una ricerca del The Pew Research Center pubblicata l’anno scorso, il 33% delle donne sotto i 35 anni hanno subito molestie sessuali online. Dati ancora più preoccupanti arrivano da uno studio dell’University College London, secondo cui su 150 giovani di età compresa tra i 12 e 18 anni, il 75,8% ha ricevuto immagini di nudo non richieste.
In Italia, il 16% delle donne è stata vittima di molestie online una o più volte. Secondo l’art.660 del Codice Penale italiano, “Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestie o disturbo è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516”.