Questa settimana le maggiori piattaforme di social media si sono dovute adattare (purtroppo) alla guerra in Ucraina attualmente ancora in corso. Ecco le notizie principali legate al mondo dei social media.
Meta
Giovedì l’agenzia di stampa Reuters ha svelato che Meta, la compagnia proprietaria di Facebook e Instagram, vista l’invasione in Ucraina, permetterà temporaneamente agli utenti in alcuni Paesi di incitare alla violenza contro la Russia, all’uccisione di soldati russi e che incitano all’uccisione del presidente russo Vladimir Putin e/o il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, un grande alleato della Russia.
Secondo alcune mail interne di Meta visionate da Reuters, i Paesi in cui sarà permesso farlo sono Armenia, Azerbaigian, Estonia, Georgia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia e Ucraina.
Un portavoce della società americana ha affermato: “A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, abbiamo temporaneamente concesso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole. Ad esempio, post violenti come l’invocare la ‘morte agli invasori russi’. Non consentiremo nulla che riguardi la promozione della violenza contro i civili russi”.
La decisione di rimuovere la censura in questo tipo di post è ovviamente controversa, anche perché, sempre secondo alcune mail interne, Meta avrebbe consentito l’elogio del battaglione ucraino Azov, una brigata composta da neonazisti. A tal proposito, il portavoce di Meta Joe Osborne aveva confermato l’eccezione perché rientra “rigorosamente nel solo contesto alla difesa dell’Ucraina”.
TikTok
Il social cinese ha bloccato in Russia la pubblicazione di contenuti video e livestream creati da utenti non russi. Gli utenti russi quindi potranno vedere esclusivamente contenuti creati da altri utenti russi. Il boicottaggio è arrivato a seguito della decisione del Cremlino di criminalizzare la diffusione di contenuti considerati fake news riguardanti l’invasione ucraina.
Su Twitter, TikTok ha cinguettato: “Alla luce della nuova legge sulle fake news in Russia non abbiamo altra scelta che sospendere i livestream e la pubblicazione di nuovi contenuti mentre esaminiamo le implicazioni legate alla sicurezza di questa legge. Il servizio di messaggistica interna non sarà interessato”.
Restiamo ancora su Twitter per l’ultima notizia: da questa settimana sarà possibile accedere al social attraverso il browser Tor. La creazione di una versione del sito navigabile attraverso Tor permette agli utenti di bypassare la censura e la sorveglianza russa e garantisce loro maggiore privacy.
Come viene garantita la privacy? I siti creati apposta per Tor sfruttano la tecnologia del cosiddetto “onion routing”, cioè la navigazione che usa il routing “a cipolla”. Vi riportiamo qui una spiegazione molto chiara e semplice di come funziona questo sistema.
Nel routing a cipolla i messaggi sono incapsulati in diversi strati di crittografia. Le cipolle hanno più strati, e così fa un messaggio che passa attraverso Tor. Ogni strato in Tor è la crittografia, stai aggiungendo strati di crittografia ad un messaggio Tor, invece di aggiungere solo 1 strato di crittografia. Questo è il motivo per cui è chiamato The Onion Routing Protocol, perché aggiunge strati ad ogni stadio.
La cipolla risultante (messaggio completamente incapsulato) viene poi trasmessa attraverso una serie di computer in una rete (chiamati onion routers) con ogni computer che stacca uno strato della “cipolla”. Ogni strato contiene la prossima destinazione – il prossimo router a cui il pacchetto deve andare. Quando lo strato finale viene decifrato si ottiene il testo in chiaro (messaggio non cifrato).
L’autore originale rimane anonimo perché ogni nodo della rete è a conoscenza solo dei nodi precedenti e successivi nel percorso (tranne il primo nodo che sa chi è il mittente, ma non conosce la destinazione finale).