In Italia ci sono più di 350 mila content creator che ricoprono un valore di mercato pari a 280 milioni di euro. Nonostante questo dato sia destinato a registrare una crescita di circa il 20% nel prossimo futuro, molti italiani ancora non riconoscono queste figure come veri “lavoratori”.
A tal proposito, già nel 2018 Jacopo Ierussi e Valentina Salonia avevano dato vita alla prima associazione di settore riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico: Assoinfluencer. Esso è dunque destinato a diventare il primo sindacato degli influencer in Italia, ma perché fino ad ora non se ne è sentito parlare?
La campagna di tesseramento
La risposta è molto semplice: la notizia si sta diffondendo in questo momento perché è da poco che l’associazione ha dato il via a una campagna di tesseramento.
Il progetto cerca di coinvolgere chiunque lavori sul web per dare loro l’opportunità di difendere i propri diritti.
Per tesserarsi basta anche essere un microinfluencer: la base minima corrisponde a una community di 5 mila follower.
L’obiettivo è quello di soddisfare la necessità di regolamentare a livello legale, e non solo attraverso codici etici, il settore digitale che, erroneamente (data la sua importanza e crescita), è stato quasi del tutto ignorato sotto questo punto di vista.
Perché iscriversi al primo sindacato degli influencer
La campagna Assoinfluencer, come primo sindacato degli influencer e content creatori italiani, punta a offrire alcuni servizi. Tra questi riconosciamo anche quelli forniti da Confcommercio professionisti (a cui l’associazione è iscritta dal 2021).
In questo modo, questi lavoratori potranno avere sconti sui viaggi, piattaforme digitali e portali tramite cui i creator possono svolgere regolarmente la propria attività.
Inoltre, l’associazione si prefigge anche di offrire dei servizi personalizzati e su misura per chiunque si affidi ad essa. In questo caso si potrebbe beneficiare anche di un’assicurazione che tutela influencer e content creator come lavoratori e un servizio di assistenza di base attraverso commercialisti.
Insomma, quello che Assoinfluencer intende fare è fornire un vero e proprio “kit di sopravvivenza” per questa categoria emergente e ancora troppo poco considerata.
Altri benefici in programma
Il primo sindacato degli influencer ha mosso alcuni passi anche sotto il punto di vista istituzionale. In questo contesto, Assoinfluencer è riuscito a far inserire la professione di content creator nell’elenco delle Associazioni Professionali. In questo modo sarà possibile per il sindacato rilasciare attestati professionali legali molto importanti a livello curriculare.
Un punto fondamentale in programma sarà quello di ottenere un codice Ateco di riferimento per permettere a questi lavoratori di ricevere degli ammortizzatori sociali in periodi di emergenza (come quello caratterizzato dalla pandemia).
Infine, il sindacato si sta impegnando a regolamentare la questione dei compensi. Effettivamente, proprio Ierussi afferma che spesso i content creator non ricevono dei veri e propri pagamenti, piuttosto degli articoli in regalo.
L’obiettivo in questo caso è creare un piano tariffario specifico per evitare di accettare offerte svantaggiose.