Meta deve fare non solo uno ma ben due passi indietro. È saltato l’accordo con la SIAE e ha annullato tutti i progetti legati agli NFT.
Niente più musica dal catalogo SIAE
Ieri è stato annunciato che non sarà più possibile usare la musica del catalogo SIAE su Instagram e Facebook. “Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con Siae”, dichiarato un portavoce di Meta. “La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità e per questo motivo da oggi avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio SIAE nella nostra libreria musicale”.
La SIAE è la Società Italiana degli Autori ed Editori e si occupa di “tutelare il diritto d’autore di ogni repertorio artistico per oltre 100mila associati e mandanti, amministrando 62 milioni di opere italiane e internazionali”.
A meno che non si raggiunga un altro accordo, non sarà più possibile usare un brano presente nel catalogo SIAE nei reel, post e storie. Su Facebook i contenuti SIAE saranno bloccati, mentre su Instagram saranno silenziati, a meno che l’utente non decida di sostituire l’audio con uno disponibile sul catalogo.
“Crediamo che sia un valore per l’intera industria musicale permettere alle persone di condividere e connettersi sulle nostre piattaforme utilizzando la musica che amano. Abbiamo accordi di licenza in oltre 150 Paesi nel mondo, continueremo a impegnarci per raggiungere un accordo con SIAE che soddisfi tutte le parti”, ha concluso il portavoce di Meta.
In una nota, la SIAE definisce “unilaterale e incomprensibile” la decisione di Meta di escludere il catalogo della società che “lascia sconcertati gli autori ed editori italiani”. “Siae non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana”.
“A Siae viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio. Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono fortemente battuti”.
Meta rinuncia agli NFT
L’anno scorso Meta aveva annunciato che sarebbe stato possibile creare e vendere sulle sue piattaforme gli NFT, i Non-Fungible Token che sono sostanzialmente una versione digitale di oggetti da collezione come opere d’arte o figurine.
Ma Stephane Kasriel, responsabile del commercio e delle tecnologie finanziare di Meta, ha annunciato in un tweet che questa funzione sarà rimossa da Facebook e Instagram.
“Alcune novità sui prodotti: in tutta l’azienda, stiamo osservando da vicino ciò a cui diamo la priorità per aumentare la nostra attenzione. Per ora stiamo riducendo gli oggetti da collezione digitali (Nft) per concentrarci su altri modi per supportare i creator, le persone e le aziende”, si legge nel tweet.
Stando a Kasriel, in questo momento Meta si sta focalizzando “su aree dove possiamo avere un impatto su vasta scala, come la messaggistica e le opportunità di monetizzazione con i Reels” e sta continuando ad investire “in strumenti fintech di cui le persone e le aziende avranno bisogno per il futuro”.
È un passo indietro inaspettato: all’annuncio del progetto, Zuckerberg aveva presentato gli NFT come elementi utili allo sviluppo del metaverso. Tuttavia la società californiana sta attraversando una fase di ristrutturazione interna, licenziando decine di migliaia di persone e riducendo i costi operativi, in quello che Zuckerberg ha definito “l’anno dell’efficienza”.
È anche vero che attualmente gli NFT non se la stanno passando benissimo rispetto all’anno scorso. Secondo Cryptoslam, a dicembre 2022 il prezzo medio di vendita di un NFT era di 143,22 dollari, cioè il 63% in meno rispetto l’anno precedente.