Come annunciato qualche tempo fa, Twitter sta rimuovendo le spunte blu a chi non ha sottoscritto l’abbonamento a Twitter Blue.
Le nuove regole e i badge
Secondo le nuove regole, diventate effettive dal primo aprile, le vecchie spunte blu che una volta indicavano gli account ufficiali e verificati inizieranno gradualmente ad essere rimosse dagli account che non pagano la sottoscrizione per ottenerle.
Da dicembre scorso, Twitter ha introdotto tre diversi tipi di badge di verifica colorati. Le spunte dorate indicano le organizzazioni commerciali, le grigie per gli account affiliati a governi o organizzazioni e le spunte blu per gli account individuali.
I prezzi variano a seconda del tipo di badge desiderato. Le organizzazioni che vogliono il badge dorato dovranno pagare mille dollari al mese, mentre chi vuole quello blu deve pagare 8 dollari al mese.
Tuttavia questo nuovo sistema di abbonamenti non convince tutti. Il nuovo sistema, infatti, è stato fortemente perché non prevede un processo di verifica come nel sistema vecchio, rendendo così difficile distinguere gli account autentici da quelli che li imitano.
Il New York Times non ci sta
Tra gli account a cui è stato rimosso il badge è il New York Times, che aveva dichiarato di non avere alcuna intenzione di pagare per il servizio. Decisione che ha stizzito il proprietario della piattaforma, Elon Musk.
“La vera tragedia del @NYTimes è che la loro propaganda non è neanche interessante. E poi il loro feed è l’equivalente di Twitter della diarrea. È illeggibile”, ha twittato Musk.
Oltre a non pagare l’abbonamento, il New York Times ha dichiarato che non pagherà nemmeno per verificare gli account dei suoi giornalisti, se non in “rari casi in cui questo status è essenziale ai fini del reportage”, ha dichiarato un portavoce della testata.
La rimozione del badge del giornale però contraddice un documento interno di Twitter secondo cui oltre diecimila delle organizzazioni più seguite su Twitter sarebbero esenti da queste regole. In effetti ad oggi molte testate come la CNN, il Los Angeles Times e il Washington Post hanno il badge dorato, organizzazioni che alcuni mesi fa avevano dichiarato che non pagheranno per la verifica di Twitter.