Quando si pensa agli energy drink, il primo brand che viene in mente è Red Bull. Nel corso degli anni, il brand austriaco è diventato uno dei marchi più noti al mondo, riuscendo a sfondare anche in settori che non hanno nulla a che fare con le bibite.
Sinonimo di energia, avventura, adrenalina e creatività, Red Bull ha saputo espandersi con successo grazie ad una fine e ampia strategia di marketing, abbracciando campagne più tradizionali, eventi, collaborazione, social media e molto altro.
Oggi vediamo la strategia di marketing che ha saputo mettere le ali a Red Bull.
Indice
- La storia di Red Bull
- Il target
- Packaging e brand identity
- Il marketing tradizionale
- I social
- Gli eventi
- La musica
- Lo sport
La storia di Red Bull
Può sembrare strano, ma prima degli anni Ottanta in Europa non esistevano bevande energetiche, anzi, non esisteva proprio il concetto di energy drink.
Tutto cambiò nel 1984 dall’incontro tra l’imprenditore austriaco Dietrich Mateschitz e il thailandese Chaleo Yoovidhya, creatore della bibita energetica thai Krating Daeng. Bevanda che Mateschitz provò durante un viaggio in Thailandia e da cui rimase colpito, a tal punto da fondare l’azienda Red Bull GmbH assieme al collega thai, adattandone la formula per andare incontro ai gusti degli europei.
La Red Bull arrivò sul mercato per la prima volta in Austria nel 1987 e riscontrò subito un enorme successo, posizionandosi come la bevanda per giovani professionisti, sportivi e persone attive in generale. Pochi anni dopo il brand si espanse in tutta Europa e nel ’97 arrivò negli Stati Uniti dove, in un solo anno, raggiunse il 75% del mercato degli energy drink. Oggi Red Bull è presente in 171 Paesi e in un anno si stima che venda oltre 11 miliardi di lattine, diventando la bibita energetica più consumata al mondo.
Il target
Sin dagli inizi, Red Bull intuì che il target principale a cui rivolgersi sono giovani tra i 18 e 35 anni, con una preponderanza maschile (anche se negli ultimi anni si registra un maggiore interesse da parte delle donne). Il pubblico della bevanda sono dunque giovani uomini attivi, in cerca di avventura, anche nella vita di tutti i giorni, con la passione per nuove esperienze, sport e musica.
Questi valori sono al centro delle campagne di marketing di Red Bull in tutte le sue forme. Riferimenti a energia, vitalità, adrenalina, ricerca di stimoli nuovi e frequenti, la volontà di superare i propri limiti non mancano mai.
Packaging e brand identity
Per costruire e mantenere riconoscibile la sua brand identity, Red Bull ha puntato su un’identità visiva forte e coerente. Dalla forma della lattina ai colori, il logo con due tori rossi allo stile grafico minimalista ma di forte impatto, la brand identity è presente ed è coerente in tutti i touchpoint, rendendo gli energy drink di Red Bull riconoscibili da chiunque.
Il marketing tradizionale
Red Bull si è sempre contraddistinto per il suo approccio non convenzionale, anche nel marketing più tradizionale. Sin dagli anni ’90, gli spot televisivi hanno conquistato il pubblico grazie ai suoi toni ironici, allo storytelling basato sul claim Red Bull ti mette le ali, e alle animazioni diventati parte dell’immaginario collettivo, permettendo così di distinguersi dalla concorrenza.
I social
Red Bull è un esempio molto virtuoso di brand sui social. L’azienda investe molto in questo ambito creando Reel, contenuti originali, interviste agli atleti o agli artisti, svelando i dietro le quinte degli eventi a cui partecipa ecc.
Gli eventi
Nella strategia di marketing mix di Red Bull, gli eventi sono uno degli aspetti chiave. Red Bull è non solo lo sponsor ufficiale di eventi già esistenti, ma negli anni il brand stesso ha creato format proprietari come, per citarne solo uno, Red Bull Stratos Jump in cui nel 2012 Felix Baumgartner si lanciò in caduta libera da un pallone aerostatico a 39 chilometri dalla stratosfera.
Le decine di eventi sparsi in ogni angolo del globo per Red Bull sono l’occasione perfetta per interagire direttamente con il pubblico target, per rafforzare la propria immagine, e per generare un impatto mediatico, soprattutto sui social dove spesso e volentieri le imprese degli atleti che prendono parte agli eventi diventano virali.
La musica
Un altro ambito in cui Red Bull è molto presente è quello della musica. In Italia il format del brand diventato un vero punto di riferimento è il Red Bull 64 Bars, cioè una sessione in cui rapper del calibro di Fabri Fibra, Lazza, Guè, Marracash, Rose Villain e Geolier improvvisano 64 battute (bars) di freestyle.
Dal 2021, gli appassionati del genere attendono ogni anno l’arrivo dei 64 bars, creando una hype notevole e, ancora una volta, generando clamore attorno al brand Red Bull.
Lo sport
Ultimo, ma non per importanza, è il legame che Red Bull ha con lo sport. L’azienda, infatti, sponsorizza atleti come il tennista Matteo Berrettini o la sciatrice Sofia Goggia, per non parlare della Formula 1, sport in cui Red Bull è proprietaria dell’omonima scuderia di cui il pilota Max Verstappen fa parte.
La presenza capillare in questa industria è perfetta per Red Bull perché, oltre a riflettere appieno i suoi valori, le permette di rimanere sotto i riflettori e di associare il proprio nome a performance d’eccellenza e storie di successo.
Insomma, il marketing mix di Red Bull è uno dei più efficaci in circolazione ed è un vero modello da seguire per chiunque voglia costruire un brand forte, coerente e capace di adattarsi ai vari mercati in cui opera.