È un “ritorno alle origini” quello annunciato da Mark Zuckerberg, presidente e amministratore delegato di Meta, che in un video postato sul suo profilo annuncia una grande ed importante novità: il fact-checking verrà abolito su tutte le sue piattaforme.
Stop al fact-checking, inizia l’era delle community notes
Su Meta, il fact-checking consiste in un controllo svolto da organizzazioni terze (in Italia per esempio è effettuato da Pagella Politica e da Open) che verificano se le informazioni contenute nei post sono veritiere.
La funzione di fact-checking verrà abolita in primis su Facebook e Instagram negli Stati Uniti e sarà sostituita da delle “community notes” simili a quelle usate su X, cioè note scritte dagli utenti del social che correggono, aggiungono informazioni o contestualizzano il post.
Nel video di annuncio, Zuckerberg ha spiegato che “ci libereremo dei fact-checker che sono stati troppo schierati politicamente e hanno distrutto più fiducia di quanto ne abbiano creata, specialmente negli Stati Uniti”.
Priorità alla libertà d’espressione
La decisione arriva a pochi giorni dall’insediamento del presidente eletto Donald Trump, il cui partito repubblicano accusa già da anni Meta di essere schierata dalla parte dei democratici e delle correnti più progressiste, e di censurare i conservatori.
È Zuckerberg stesso ad ammettere che i sistemi di moderazione “commettono troppi errori, e la censura è eccessiva. Le recenti elezioni sembrano anche un punto di svolta culturale per dare nuovamente priorità alla libertà di espressione. Quindi torneremo alle nostre radici e ci concentreremo sulla riduzione degli errori, sulla semplificazione delle nostre politiche e sul ripristino della libera espressione sulle nostre piattaforme”.
In questo senso, il fondatore di Facebook promette che i contenuti di natura politica saranno meno penalizzati, ed eliminerà le restrizioni su argomenti generalmente più controversi come l’immigrazione e il dibattito sul gender.
Le nuove nomine e lo sbarco in Texas
Ci sono anche altre mosse che indicano il cambiamento di direzione di Meta e l’avvicinamento a correnti più repubblicane.
Prime fra tutte è la recente nomina di Joel Kaplan, repubblicano ed ex capo dello staff della Casa Bianca durante l’amministrazione di George W. Bush, come responsabile degli Affari Globali in sostituzione di Nick Clegg, ex capo del partito Liberal Democratico nel Regno Unito ed ex vicepremier britannico.
In un’intervista a Fox News, Kaplan ha dichiarato che l’approccio di Meta nel moderare i contenuti “si è spinto troppo oltre […] fino al punto in cui stiamo commettendo troppi errori, frustrando i nostri utenti e ostacolando troppo spesso la libera espressione”. E ha annunciato che la divisione trust and safety sarà trasferita dalla democratica California al Texas repubblicano.
Infine, nel consiglio di amministrazione di Meta è arrivata un’altra figura molto vicina al presidente eletto cioè Dana White, presidente della più importante organizzazione di arti marziali miste (MMA), Ultimate Fighting Championship, e amico personale di Trump.