Negli ultimi anni si sente sempre più spesso usare i termini “inclusività” e “diversità”. La rappresentazione di persone di background diversi è diventato un tema sempre più sentito, soprattutto nel mondo della comunicazione.
Come includere, quindi, questo aspetto culturale in un piano di marketing? E perché conviene farlo?
In attesa del webinar del 21 giugno della Digital School, oggi approfondiamo questo tipo di marketing che non può mancare in una strategia di comunicazione.
Che cos’è il marketing inclusivo
Per marketing inclusivo intendiamo tutte quelle “campagne che abbracciano la diversità, includendo persone con background diversi o storie a cui possano relazionarsi. Mentre alcune campagne si sforzano di rompere gli stereotipi, altre mirano semplicemente a rappresentare le persone nel mondo reale”.
In una comunicazione inclusiva, quindi, non ci si rivolge ad un unico target omogeneo, bensì si tiene conto di tutte le differenze e le sfaccettature che compongono una persona e di conseguenza il target stesso.
Nello strutturare una campagna o un contenuto inclusivo si tiene conto della diversità del target in tutte le sue forme: l’aspetto fisico, l’età, l’etnia, l’orientamento sessuale, l’espressione di genere, lo stato socio-economico, la religione, il livello di istruzione, se sono persone diversamente abili ecc., per citare solo alcune caratteristiche.
Perché conviene sfruttare il marketing inclusivo
Perché, quindi, conviene inserire il marketing inclusivo in una strategia di comunicazione? Innanzitutto, perché secondo diversi studi sempre più persone mostrano più interesse e maggiore propensione all’acquisto se un brand è inclusivo e se rispetta la diversità, in particolare per quanto riguarda la Generazione Z.
Uno studio condotto e pubblicato da Microsoft nel 2020, per esempio, ha mostrato che il 70% degli intervistati della Gen Z si fida di più dei brand che rappresentano la diversità nelle loro campagne, e il 49% ha ammesso di non aver più acquistato prodotti da aziende che non sono in linea con i loro valori.
L’inclusività non deve essere solo all’esterno, ma anche all’interno. Le aziende che dimostrano di impegnarsi e di promuovere l’inclusività e la diversità, assumendo persone di background diversi o creando prodotti per diversi segmenti di pubblico sono premiate con la fiducia e la lealtà da parte dei consumatori.
Come inserire il marketing inclusivo in una strategia
Il primo elemento da tenere sempre in mente è l’empatia, solo grazie a questa potremo capire fino in fondo il target di riferimento e rappresentarlo al meglio. Se è possibile, parlare con qualcuno che fa parte proprio del target di riferimento è la soluzione ottimale, magari organizzando anche dei focus group.
La seconda cosa importantissima è essere reali ed autentici: bisogna andare oltre gli stereotipi, tenendo in considerazione tutte le caratteristiche che compongono una persona nella sua interezza. Non fermarsi mai, quindi, solo all’età, al sesso o all’orientamento sessuale, o all’etnia.
Per conquistare la fiducia e la gioia dei consumatori si può fare leva su tutta una serie di emozioni. Se la comunicazione inclusiva è reale ed autentica, riuscirà ad evocare una serie di emozioni che si trasformeranno poi in fiducia, gioia e lealtà verso i brand. Secondo lo studio della Microsoft che abbiamo citato prima, queste emozioni sono celebrazione, entusiasmo, speranza, relax, sollievo, sicurezza, giustizia, accettazione e chiarezza.
Un elemento che spesso viene dimenticato è l’accessibilità. Secondo le Nazioni Unite, più di un miliardo di persone nel mondo convive con una disabilità. Rendere accessibili gli annunci, le piattaforme e i contenuti è fondamentale perché assicura che tutti, diversamente abili o meno, possano accedere ai contenuti senza problemi.
Per approfondire
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