Potrebbe essere uno dei casi antitrust più importanti degli ultimi anni quello che vede coinvolto Meta e la Federal Trade Comission (FTC) degli Stati Uniti. La causa, iniziata nel 2020, è stata intentata dalla FTC insieme a 46 Stati americani contro Meta, accusata di aver accumulato illecitamente e di esercitare un monopolio nel mercato dei social network attraverso acquisizioni anticoncorrenziali.
Al centro del caso ci sono due acquisizioni effettuate da Meta, quella di Instagram nel 2012 e quella di WhatsApp nel 2014. Benché all’epoca le due piattaforme fossero potenziali concorrenti emergenti, per la FTC queste operazioni hanno limitato enormemente la concorrenza e le alternative per i consumatori, che si sono trovati praticamente “costretti” ad usare quei due prodotti.
Se il giudice James E. Boasberg accogliesse le accuse della FTC, una delle conseguenze potrebbe essere storica: Meta potrebbe essere costretta a cedere WhatsApp ed Instagram.
Le accuse della FTC contro Meta
La FTC accusa Meta di aver adottato una strategia “buy or bury” (letteralmente “acquista o distruggi”) per consolidare la sua posizione dominante nel mercato: l’azienda di Menlo Park avrebbe acquisito Instagram e WhatsApp non solo per espandersi, ma anche per eliminare potenziali concorrenti “pericolosi” prima ancora che potessero diventarlo davvero.
Oltre ad assumere una posizione monopolistica sul mercato, con questa strategia – accusa la FTC – Meta avrebbe inoltre impattato negativamente gli utenti, riducendo la qualità e la privacy dei prodotti, che gli inserzionisti, obbligandoli a pagare sempre di più a fronte di servizi sempre meno efficienti.
Secondo la FTC, se Meta non fosse diventata proprietaria di Instagram e WhatsApp le due piattaforme avrebbero potuto svilupparsi in modo organico ed indipendente, stimolando la competizione, libertà di scelta e l’innovazione nel mercato digitale e dei social network.
La difesa di Meta
Dal canto suo, Meta ha respinto con forza le accuse della FTC e puntando tutta sulla definizione di “mercato”. Secondo l’azienda, la FTC ha definito il “mercato” in modo troppo limitato e non tiene conto della realtà del settore: Meta non compete solo con piattaforme di social, ma anche con app di intrattenimento e comunicazione come TikTok e YouTube. La competizione, dunque, è alta perché le altre applicazioni concorrenti catturerebbero l’attenzione degli utenti e i budget degli inserzionisti su più fronti.
Meta afferma, inoltre, che senza le acquisizioni da parte sua WhatsApp e Instagram non avrebbero mai raggiunto il successo come quello attuale, e che la FTC non ha dimostrato durante la causa come Meta abbia causato un danno concreto per gli utenti e gli inserzionisti.
La sentenza è attesa a breve e potrebbe avere conseguenze storiche non solo per Meta, ma anche per tutto il settore digitale mondiale. A prescindere, ciò che è certo è un ricorso dalla parte perdente.